Lo Sport nell’ Epoca Risorgimentale

Nel 1849, dopo la caduta della Repubblica Romana, le truppe di Giuseppe Garibaldi, in marcia verso Venezia, rischiarono di essere sorprese dagli austriaci a Castiglion Fiorentino mentre assistevano alla partita di pallone tra i giocatori locali e quelli di Monte San Savino.  Quanto verrebbe da pensare, i giocatori non stavano disputando una partita di calcio reale in quanto il football sarebbe arrivato in Italia solo alla fine di quel secolo, bensì della Disciplina del pallone col bracciale, il gioco più popolare dell’epoca. Un gioco, nato nella metà del ‘500, , nel corso dei secoli, ebbe un escalation di consensi eccezionale, fino a raggiungere nell’800 livelli di fenomeno sportivo molto elevati, tanto da costituire un vero e proprio richiamo di massa acquisendo tutte le caratteristiche dello spettacolo pubblico. Oltre al pallone, ma su un piano di popolarità e di spettacolarità inferiori, si praticavano altri giochi di antica tradizione, quali la pallapugno, la pillotta e il tamburello. Il Gioco alla Palla e gli altri giochi affini hanno avuto un ruolo determinante nel processo di unificazione del nostro Paese. Gli sferisteri, gli Stadi per intenderci, furono spesso i luoghi di ritrovo di patrioti; tra i giocatori, più o meno famosi, non pochi, combatterono per l’Unità d’Italia. Essi pagarono pesantemente il prezzo per i loro ideali di libertà e d’indipendenza con condanne al carcere e, perfino, a morte; altri caddero sui campi di battaglia. Molte Regioni organizzano manifestazioni di festa per rendere omaggio ai protagonisti dimenticati dalla storia sportiva risorgimentale, affermandosi con caratteristiche abbastanza simili a quelle attuali, non essendo  più vincolato a presupposti  di ordine religioso o militare. Come detto precedentemente agli inizi del ‘400, Vittorino Da Feltre da vita ad una scuola dal nome Casa Gioiosa, dove la Gioventù, oltre allo studio dei classici, delle scienze, venivano formati ed educati alla pratica sportiva. Inizia la Storia dello Sport nella sua concezione moderna, arrivando a sfociare quattrocento anni dopo in tre grandi Scuole Sportive: quella Tedesca, quella Svedese, quella Inglese, le quali tratteremo singolarmente in seguito. Accenniamo ad una breve introduzione con La Scuola Tedesca, la quale ha come maggior rappresentante Ludovic Jahn che fondò la 1° Palestra in cui si svolsero esercizi ginnici con l’ausilio di grandi attrezzi, con l’obbiettivo di sviluppare tutti i muscoli. La Scuola Svedese è legata la nome  Enric Ling che diede inizio ad un Movimento in favore alla Ginnastica terapeutica, basata su un’attenta conoscenza dell’anatomia e della fisiologia umana. La Scuola Inglese si basa sul Trinomio, un insieme di giochi basati sull’educazione fisica scolastica, attività motoria amatoriale, Sport competitivo agonistico. Il filosofo Locke valorizzava i giochi all’aria aperta. Un altro promotore dello Sport come strumento educativo fu Tommaso Arnold, vissuto nella prima metà dell’800. Nella stessa epoca cominciarono le sempre vive contese agonistiche tra i Collage di Oxford e Cambridge, mentre in Italia la ginnastica fu introdotta nel 1833 come addestramento militare. Nel fine ‘800 il Ministro De Santis rese obbligatorio con Legge effettiva l’insegnamento dell’ Educazione Fisica in Italia con scarsi risultati pratici. L’evento dell’epoca fascista, portò la formazione di un’ organizzazione giovanile di Regime associato ad un importante incremento dell’attività sportiva: Opera Balilla (Accademia Maschile di Educazione Fisica a Roma, quella Femminile ad Orvieto). Nel 1942 nacque il C.O.N.I. (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) esponente principale al rinnovamento dello Sport in Italia. Dieci anni dopo vennero battezzate in Accademia Isef (Istituto Superiore di Educazione Fisica), oggi chiamata Facoltà universitaria Scienze Motorie.

Autore: lezionidisogni

Sport Cultura e Storia

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