Disciplina Sportiva: Aereo Club di Genova

Nasceva nel 1928, come Club Aereonautico appartenente alla RAeCI (Reale Aereo Club d’Italia), esponenti fondatori i fratelli Parodi e Profumo. Il primo Istruttore pluridecorato, reduce di guerra era uno dei due fratelli Giorgio Parodi aviatore abilissimo. Il velivolo a disposizione del Club di Genova era il De Havviland DH 82 biplano di addestramento britannico, mentre la prima base di aviazione sportiva genovese era organizzata al Lido d’Albaro, già sede del prestigioso Stabilimento balneare Ligure. Successivamente la Sede del Club veniva trasferita presso l’idroscalo di Sampierdarena con una denominazione differente, la RUNA (Reale Unione Nazionale Aereonautica), nelle vicinanze della Lanterna della Superba. La flotta veniva arricchita da hangar, officine e velivoli Caproni Ca.100 versione Idro, un idrovolante Breda, ed un anfibio. Nel 1947, dopo la 2° Guerra Mondiale, Armando Piaggio fondatore dell’industria Aereonautica ricostituiva la denominazione di Aereo Club rimettendo insieme il patrimonio di velivoli, piloti e attività sportive e ricognitive. Questo, grazie all’aiuto della Marchesa Negrone e dei Soci dell’Aereo Club, con l’arrivo di altri velivoli, si realizzava la nuova rinascita dell’idroscalo genovese, segnato dalla Guerra. Nel 1955 la Direzione del Club Aereonautico consegnava alla Marchesa Negrone vera eroina dei cieli e detentrice di 7° primati mondiali sportivi, la Presidenza; per la chiusura dell’idroscalo il Club venne trasferito a Novi Ligure. Nel 1954 infatti iniziavano i lavori per la costruzione dell’Aeroporto terrestre di Genova, l’inaugurazione avveniva nel 1962, con il volo del Comandante Contigini, il quale consacrava definitivamente il ritorno dell’Aereo Club nel Capoluogo Ligure.

IL VINCOLO SPORTIVO

Non giudichiamo sbagliato ciò che non conosciamo, prendiamo l’occasione per comprendere. Aforisma più che indicato per chi ha intenzione o la passione di intraprendere una carriera in giacca e cravatta nel mondo dello Sport, con particolare attribuzione al Calcio. Punti di riflessione, utili a chi tenta di dare il proprio contributo aspirando a diventare Procuratore Professionistico, oppure Osservatore di talenti per Squadre dilettanti o Scuole Calcio, su aspetti controversi come il Vincolo Sportivo per i Calciatori non Professionisti ed il Premio di Preparazione associato. L’abolizione di tale Vincolo con durata pluriennale è rappresentata dall’Associazione Italiana Calciatori, nei confronti della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC). Nello specifico l’Atleta che ha compiuto il 14° anno di età, qualora firmi un contratto con una Società Dilettantistica, sarà vincolato fino al compimento del 25° anno di età, diventando fino al 18° anno “Giovane Dilettante”, poi diventare “non Professionista” al raggiungimento della maggiore età. La Società, da come di evince, è detentrice del Cartellino del Tesserato per un lasso di tempo del tutto esagerato, senza che l’Atleta abbia autonomia di cambiare Squadra a fine Campionato; per la Normativa Federale, il passaggio del cambio di casacca ed avere così il cartellino libero da vincoli, il tesserato deve corrisponde una somma di denaro non contabilizzata, ne parametrata. Per quanto riguarda il Premio di Preparazione la Normativa della NOIF art 96-98 prevede il pagamento dell’ indennità da parte della Società che “acquista” ad un’altra Società che “cede”, motivo il pagamento del trasferimento del Calciatore “Giovane”, fino al “Professionismo” con relativa stipula di un contratto adeguato alla categoria. Qualora il premio non venga corrisposto alla Società dilettantistica, la stessa impugnerebbe un’istanza alla Commissione Vertenza Economica. Evochiamo: Atleti liberi da prigionie contrattuali.

SOCIOLOGIA SPORTIVA VINTAGE

L’Etica della persona annessa alla prospettiva dell’approccio relazionale, aveva un unico legame ed obbiettivo tra i soggetti partecipanti alle Attività Sportive all’interno di un  Nucleo di fatto. Alcuni teorici del tempo davano un determinato significato al fenomeno sportivo, arrivando a considerare la pratica Sportiva come elemento essenziale per la vita di una persona ed come verifica psico fisica tra la diversità di sostanza tra aspirazione personale e realtà. La Sociologia Individuale incarnava una diversa dimensione, dove la Competizione prevaleva sulla sete di vittoria di partecipanti che non desideravano altro che padroneggiare nelle gare; in quest’ultimo ambiente l’Atleta poteva trovare una specifica ostilità di condizione solitaria nella pratica della Disciplina Sportiva, inteso come un negativo progresso dalla Giustizia Sportiva, arrivando agli scandali dopanti, riciclaggio e persecuzione agli Atleti da parte di Società Sportive poste volutamente in difficoltà economiche. L’inizio degli anni ’90 è stata resa pubblica la Carta Europea dello Sport la quale definiva tutte le Attività Sportive atte alla partecipazione ed alle organizzazioni di cui lo scopo era l’espressione del miglioramento delle condizioni fisiche, mentali e sociali degli Atleti Professionisti. La modernità dello sviluppo delle Attività Sportive come prodotto socioculturale da divulgare alla massa popolare, era in uno stato di avanzamento lavori volto alla Società, per lo più all’inserimento didattico nelle Scuole per alimentare nei giovani intenti ed ideali leali. Un vero stile di vita per la Comunità,  che ha saputo nel tempo evolversi in Discipline Sociologiche, Antropologiche, Pedagogiche e Psicologiche, contribuendo ad analizzare i punti di vista delle Discipline Sportive come impianto di contributi scientifici poste all’attenzione degli Intellettuali. Tanti autori hanno accumunato lo Sport con la Sociologia, in quanto aperti al dialogo ed al superamento delle barriere ideologiche dello Sport del ‘900 rappresentato come fenomeno ingombrante in Società, essendo diventato il primo intrattenimento sia da spettatore che da attivista a bordo campo, sia da radiocronista o giornalista sportivo. Esperienze di vita sociale che davano notevoli risposte emozionali che di bisogno volte alla partecipazione di manifestazioni sportive, atte a soddisfare ogni parte del psico fisica degli appassionati e non solo. Uno Sport come valore di vita, poco addomesticabile nelle tradizioni della Società, essendo un vero e proprio crocevia di passione, intelletto, lavoro e tempo libero, una scienza che trova dei fondamenti con propri metodi di ricerca, processi di organizzazioni a manifestazioni tipica della vita e della relativa trasformazione dei rapporti sociali tramite sulla formazione ed educazione sportiva di individui e di collettività. Tanti autori di libri accumulavano scritti sulla materia della Sociologia Sportiva tanto da diventare parte integrante delle Scienze Sociali, esattamente nel periodo degli anni ’70; negli anni a seguire questa branchia scientifica sviluppa con modo e tempi ulteriori tesi fino a riuscire a mettere in scala d’importanza lo Sport come fenomeno culturale, binomio con i mezzi di comunicazione di massa ed infine il pubblico sportivo sempre presente alla competizioni di Disciplina.

L’ETICA SPORTIVA NELLA SOCIETA’ MODERNA

Lo Studio per l’Etica dello Sport, non faceva riferimento all’Attività in se come un fenomeno sociale e psicologico, ma piuttosto ad una pratica sportiva di persone razionali. La capacità fisica degli Atleti acquisita nel tempo con lo sviluppo dell’Attività Sportiva e abilità mentale, aveva come risultato personale il raggiungimento di un obbiettivo personale vincente, oltre la soddisfazione degli Allenatori della rispettiva Società Sportiva. Lo Sport dava un’importante ruolo di influenza nella vita privata e sociale degli Atleti; etica comportamentale, di cultura e metodologia volti costantemente al miglioramento del fisico, della salute e delle prestazioni in tempi di Gare Ufficiali. Una recezione di linea guida madre, dal tempo della scelta della Disciplina Sportiva fino al consolidamento degli aspetti legata ad essa. Un susseguirsi di studi etici, sociologici davano risalto alla Costituzione del Consiglio Internazionale dello Sport di Ginevra, annessa all’Association Sociology ISA di Varsavia, ove proliferavano, ancor oggi, Opere scritte da Autori specializzati nello studio della Sociologia Sportiva. Negli anni ’60 nasceva la Sigla SSRI Sport e Sociologia Internazionale, la quale diventava negli anni ’70 Organo Ufficiale del Comitato Internazionale di Sociologia dello Sport. Con l’Evento delle Olimpiadi di Monaco di Baviera aumentava in maniera esponenziale l’interesse per tutti gli Sport, questo grazie ad una nuova competitività tecnologica alla diffusione di nuovi mezzi di comunicazione di massa, per diffondere in ogni angolo del Mondo una precisa educazione di conoscenza dello Sport. La cooperazione, il duro allenamento singolo o di squadra, la dedizione maniacale alla Disciplina con relativo rispetto e dignità nello svolgerla faceva da padrone allo studio della Scienza Sociologica da insegnare come materia umanistica nelle Scuole e come regola di vita con il patto di avere un insegnamento con un alto grado di preparazione teorico e pratico degli Insegnanti ed Allenatori, senza improvvisare e lasciare nulla al caso. Lo Sport inteso come antidoto alla violenza, in effetti molte pratiche sportive nascevano con il DNA violento, vedi la Lotta Libera, la Boxe per citarne alcune senza contare le evoluzioni delle Arti Marziali e Discipline similari molto dure da praticare in maniera agonistica. Combattimenti veri o presunti li troviamo nelle Antiche Civiltà storiche dai Giochi Olimpici dell’antica Grecia ai tornei Medioevali generando nei partecipanti strategie violente con rituali senza alcun limite di aggressività nelle manifestazioni organizzate. Come detto in precedenza ancor oggi troviamo Discipline che adottano gesti e modi di praticare molto violenti, in contrasto con l’ideologia civile a capo della cultura sportiva moderna. Risulta difficile individuare a favore dello Sport nozioni di Sociologia violenta come sinonimo di aggressione fisica e materiale atta alla distruzione e alla sopraffazione; il concetto Sportivo determina una distinta uniformità d’uso delle tecniche della Disciplina come etichetta da catalogo personale, con regole da rispettate senza che la violenza sfoci un aggressione illegittima. Un esempio concreto nello Sport del Calcio è dato da un fallo da gioco con contrasto punito con una sanzione di richiamo, diverso il discorso di un’aggressione a gioco fermo di un giocatore verso un altro, punito ovviamente con l’espulsione diretta dal gioco. La violenza in se richiama un’agitazione di massa popolare o singola nella fattispecie di un’azione illegittima, associata ad un’aggressività personale con riti e tempi specifici e cadenzati. Lo studio sul comportamento animale può essere un valido testimone sul significato del Rito con schemi ripetitivi di azioni, che con il passare del tempo perdono le proprie funzioni di origine e di comportamento e ripetitività. Rispetto delle regole dello Sport e appartenenza alla comunità di riferimento, con una vera educazione responsabile al proprio essere comportamentale.

 

 

 

Rapporti tra Federazioni internazionali e Movimento Olimpico

Tra le due maggiori Organizzazioni Istituzionali dello Sport, il rapporto comunicativo ed associativo volto alle manifestazioni sportive agoniste e di aggregazione di massa a carattere Nazionale ed Olimpico, era pressoché difficoltoso, in quanto come espresso nella Carta Olimpica l’insieme di regole che dirigono il CIO veniva approvata a fine ‘900 tra i Comitati Internazionale, Nazionali e Federali. Oggetto della discussione era una parte integrante della Carta Olimpica, nello specifico il terzo Capitolo ove per la promozione del Movimento Olimpico, lo stesso CIO poteva dare Riconoscenza a livello mondiale alle Federazioni Internazionali non associate quindi prive di Abilitazione e Codice dell’Antidoping di uno o più Sport con indipendenza amministrativa autonoma; al Comitato Olimpico, derivava una mancata assunzione di una direzione di Patronato volta alla tecnica espressa nella Gare Ufficiali dello Sport Olimpico. Sempre più importanza di voti alle candidature per i Giochi, le Federazioni acquistavano per le selezioni finali di Sedi ospitanti ed il benestare delle pratiche sportive da considerare valide ai fini delle competizioni e di coinvolgimento del pubblico per le stesse. Per arrivare al vero e sostanziale riconoscimento delle Federazione nell’ambito Istituzionale Sportivo, non è stato così facile e breve, in quanto sia chi organizzava la manifestazione, sia chi gestivano le Olimpiadi, impediva l’unità di intenti, causa il principio di autonomia in cui si basava il rapporto di ipotetica coalizione tra le parti. Ne sono prova i raccolti dello stesso Coubertin e dei suoi validi gregari non sempre fedeli agli ideali dell’Olimpo Istituzionale, i quali per certi punti di vista evidenziavano il lavoro di reclutamento di Atleti, per chi dedicava tempo e spirito atletico, giorno dopo giorno alla causa sportiva. Ovviamente senza avere troppi sbilanciamenti filosofici lo stesso Coubertin con i colleghi di scrivania Vikelas, Latour fondatori dell’Impero Olimpico erano attratti più dalla pedagogia teorica che dalla pratica agonistica sui. campo di Sport. Ad altri è toccato l’onore di esaudire il desiderio del competere, tipo i Centri e Club Studenteschi, Dopolavoro Operai ed associazioni borghesi, in contrapposizione alle organizzazioni del CIO con evidenti piani di lavoro diversi; ideali filosofici dello Sport dell’Antichità, con uno scontro e confronto sportivo basato su lealtà ed uguaglianza, contrapposto alla passione dell’Attività fisica regolarizzata da norme e regole riconosciute a livello mondiale, di pratica sportiva ed organizzativa, proprio come l’odierno Sport Moderno. Passato il tempo necessario dei cento anni trovano una collaborazione di intenti, sia il CIO, sia le Federazioni Internazionali, in quanto sia l’una che l’altra hanno contribuito attivamente secondo le proprie vedute allo sviluppo delle Olimpiadi; purtroppo le opposizioni aperte tra le due compagini, porta la Federazione Internazionale a non avere più nessun atto ufficiale di collaborazione con il CIO, mettendo il proprio Sport con disciplina sportiva annesse fuori dai Giochi Olimpici e Movimento Olimpico. La Storia dice che il Comitato Olimpico e la Federazione Internazionale percorrevano di pari passo l’evoluzione dello Sport, da ideologie e finalità ormai passate dal tempo, alla moderna Attività Sportiva con programmi attuali e competizioni volte sia all’agonismo professionale Olimpico, con relativo compenso derivato dai maggiori mezzi di comunicazione, sia a quello amatoriale del comune Popolo.

La Società Sportiva Italiana del‘900

Lo Sport come sviluppo Istituzionale, ma in realtà chiamando in causa i dei fatti storici l’Istituzione Governativa ha dato un grande contributo all’evoluzione delle Attività Sportive in chiave Socioculturale nel territorio Nazionale; come base della struttura a sostegno dell’intero Sistema Organizzativo, vengono collocate Le Società Sportive associate al Comitato Nazionale. Ricchezza culturale, incastro perfetto tra tessuto sociale e Istituzioni politiche con una ramificazione geografica volta all’unione di intenti socio sportivi per la crescita e lo sviluppo di nuove leve nelle Discipline Sportive. Continuità dell’Associazionismo sportivo basato sulla Promozione del territorio e la bontà della politica che lo governa. Passaggi fondamentali sono susseguiti nello specifico tra l’Epoca ‘800 e ‘900. Una fortissima censura sportiva durante la Prima Guerra Mondiale si era verificata tra le forze sportive militari nate con il modello Risorgimentale Ginnico a sua volta con forti influenze del modello anglosassone. Con la nascita della Carta dello Sport in Epoca Fascista, lo Sport veniva posto in primo piano, garantendo manifestazioni su tutto il territorio Nazionale tra l’Opera dei Balilla, il CONI ed il Dopolavoro con lo slogan dello Sport per Tutti. Con l’affermazione di Mussolini, nascono l’Aeroclub, il Motoclub e la Federcaccia, non per ultimi gli le Attività Invernali con la FISI, un progetto totalitario con un’annesse complesse formazione istituzionali di Regime con la presenza di Società Organizzative atte al piano di investimento delle Strutture Sportive. Con l’avvento della Democrazia Repubblicana e con la relativa caduta del Fascismo, le Società sportive tornano ad avere un ruolo meno centrale, assumendo un ideale sociale e civico nell’organizzazione di eventi sportivi, basato sul volontariato e base portante per il Movimento Sportive d’Italia. Nel periodo del Dopoguerra il Comitato Organizzativo Nazionale Italiano si posizionava con specifiche direttive verso i Comitati inferiori del tipo quelli Provinciali per una ricostruzione della Nazione dopo i bellici bombardamenti subiti, con lo sviluppo sportivo dei giovani, di eventi internazionali e coinvolgimento totale delle Amministrazioni per il rilancio tramite pubblicazioni di massa popolare dello Sport ed i suoi valori di identità e lealtà. Il podio con trionfi di molte attività sportive quali il Ciclismo con i campionissimi Coppi e Bartali, il gioco delle scommesse con la nascita del Totocalcio con le gare ufficiali del Campionato di Calcio, che sancivano definitivamente l’uscita dal periodo bellico. Organizzazioni Sportive dei Corpi Armati e Polizia convenzionate con il CONI per lo sviluppo dello Sport nell’Arma; seguono la nascita del CSI, della UISP, dell’ARCI e dell’ENDAS. Arrivati ai giorni nostri a cavallo del Nuovo Millennio appare chiaro a tutti che lo Sport ha subito dall’800 notevoli cambiamenti sia strutturali, sia di sviluppo tecnico alle pratiche sportive; con la rimozione dei confini di Stato e Culturali, nel Continente Europa le Discipline Sportive hanno la continuità di evoluzione ed aggregazione tra i Popoli dei restanti Continenti. Siamo passati dalle sole prestazioni Olimpiche a quelle Amatoriali grazie alla manifestazione di interesse delle Federazioni Sportive, della Globalizzazione e del Commercio. I cambiamenti Istituzionali avvenuti nel tempo, hanno cambiato a loro volta la qualità per la diffusione dei valori di mercato mondiale, incidendo molto sull’impatto del tessuto economico sociale della Nazione.

Storia dell’Antica Grecia e Modernità dei Giochi Olimpici

Sede Organizzativa Olimpia, anno 776 a.C. ciclicità temporale delle dispute olimpiche anni quattro, festa di Popolo, agonismo, tradizioni di vittorie in Guerra. Partecipanti greci e coloniali volti a  Discipline Sportive di corsa e lotta, successivamente estese a pratiche di Pentathlon, Salti, Lanci del Disco e del Giavellotto, Pugilato e Pancrazio, svolte in grandi Stadi, idonei a contenere flussi importanti di pubblico, Autorità Divine accompagnati da riti religiosi canti e poesie per elevare sul podio i vincitori con il premio della Corona di Alloro. Olimpia città situata nella parte occidentale del Peloponneso, oggi uno dei siti archeologici più importanti al Mondo, luogo di culto, sede dei più grandi e affascinanti eventi sportivi della Storia. Alla fine del ‘900 entra di diritto a far parte dei beni protetti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Le celebrazioni sportive erano di stampo religioso in onore di Dio Zeus padre degli Dei e Sovrano dell’Olimpo, proprio da questo che nel periodo del 776 a.C. veniva stilata la prima lista dei Vincitori iridati delle competizioni olimpiche, ancor oggi segretamente conservata in Sede opportuna. Competizioni agonistiche sportive, gare di sacrificio fisico, quale la Dolicos la corsa di resistenza, il Trio della violenza come il Pugilato, Lotta, Pancrazio tecniche di arti marziali annesse calci, pugni, unghiate, gomitate, rottura delle ossa fino ad arrivare allo strangolamento dell’avversario, l’Hoplitodromos corsa con le armi sia su terra sia con l’utilizzo di cavalli e carri. Con lo strapotere vanto dell’Impero Romano sulla Grecia, i partecipanti ai Giochi Olimpici erano suddivisi per territorialità di cui oltre ai romani, gareggiavano Fenici e Galli, ma con l’evento del Cristianesimo le Olimpiadi venivano interrotte nel 393 d.C. in quanto vista come festa pagana. Passano le ere, passano le guerre dei tempi, si susseguono fonti di pensiero religioso, tutto si distrugge con le complicità dei popoli, del potere, di leggi governative, ma è anche vero che da questi episodi pur burberi e sacrificali, nasceva l’evoluzione di pensiero, di sviluppo teorico e pratico della Società, dell’Industria e dello Sport quest’ultimo come forma di benessere fisico e interiore, di aggregazione famigliare e di amicizia, di competizione sportiva leale tra rappresentanti ginnici o semplici praticanti. Alla fine del XIX nascevano con lungimiranza degli Organi Organizzativi le Olimpiadi Moderne con la firma per un nuovo rilancio agonistico sportivo delle Antiche pratiche Greche il francese Barone Coubertin costituendo il primo Comitato Internazionale Olimpico denominato CIO. Con una partecipazione rinata di 15 Nazioni con più di 300 atleti per ogni disciplina Sportiva di una decina di Sport diversi, con Sedi ospitanti sempre diverse; manifestazione sportiva con chiare ed inflessibili regole di accesso alle selezioni dei Giochi a tutti i Paesi del Mondo, delle quali in parte ancor oggi in vigore. Ogni Atleta deve appartenere ad un Società Sportiva aderente al Comitato, per ogni Nazione possono partecipare un numero massimo di tre Atleti alle competizioni individuali, come premio di vincita viene consegnata la Medaglia Olimpica in oro per il primo classificato. Gli Sport definiti da sempre come Olimpici sono l’Atletica, Pugilato, Scherma, Nuoto, Pentathlon moderno, Canottaggio, Ciclismo, Equestre, Calcio, Pallacanestro, Pallamano, Canoa, Polo, Hockey. A questi citiamo anche le Olimpiadi Invernali, con Sede Organizzativa diversa da quella Estiva, nate agli albori degli anni ’20 comprendenti le Sci Alpino e Nordico, Bob, Pattinaggio su ghiaccio e Slittino. Lo Bandiera di rappresentanza Olimpica del CIO era ed è tutt’ora con cinque anelli intrecciati fra loro con i seguenti colori: blu, nero, rosso, verde e giallo i quali indicano i cinque Continenti, con l’intreccio che rappresenta l’Unione pacifica tra Popoli. Inoltre citiamo la fiamma Olimpica portata con una staffetta al braciere Olimpico della Città che ospita i Giochi; ancor oggi la fiamma viene accesa ad Olimpia mesi prima dell’inizio della manifestazione dalla famose “Sacerdotesse”. Il giuramento degli Atleti auspicio di forza e resistenza prima dell’inizio delle competizioni richiama al Citius, Altius, Fortius, motto di apertura della Cerimonia. Il concetto intaccato a favore del grado di preferenza del Pubblico come regola fondamentale dei Giochi Olimpici dato dall’immutabile principio che più è antica è la Disciplina Sportiva più tale principio si applicava, a favore delle Pratiche più frequentate ed accessibili alle persone nella vita reale di tutti i giorni, come forma di espansione dello Sport nelle Comunità Nazionali.